Tempo per la lettura: < 1 minuti
Credenza e certezza
La nevrosi si sostiene sulla credenza, cioè su quell’ «l’atteggiamento di chi riconosce per vera una proposizione», si fonda sugli equivoci strutturali della parola attraverso cui il soggetto ha costruito la sua versione del mondo. Il fraintendimento e l’apertura all’equivoco sono terreno fertile per il legame con l’altro e al contempo causa di sofferenza.
Nel lavoro psicoanalitico lacaniano se il soggetto è disponibile può fare dell’equivoco una risorsa sorprendente che chiarisce i legami, la sua storia e la posizione soggettiva. Passando da un malinteso mortifero a un malinteso vitale.
La psicosi si sostiene invece sulla certezza, è impossibilitata alla verifica del vero e del falso tipiche della credenza, l’equivoco della parola è fonte di sospetto e trova interpretazione certa nella direzione di un Altro cattivo. Ciò è causa di una sofferenza caratterizzata da fragilità strutturale nel legame con l’altro e con il corpo, spesso a rischio di frantumazioni, interruzioni, passaggi all’atto. In questo caso un soggetto al lavoro in un trattamento psicoanalitico lacaniano può costruire delle modalità meno dannose per tenere il suo posto più protetto e meno insidioso per se stesso, fintanto da beneficiare degli effetti piacevoli di vita che ne conseguono.
Se in caso di nevrosi l’analisi mira a destrutturare le costruzioni che sono fonte di sofferenza per il soggetto, aprendo al nuovo, in caso di psicosi il lavoro analitico va al rovescio nella direzione di costruire e perfino inventare una dimensione più abitabile per la persona.