Urgenza di capire, urgenza di “stare bene”, velocemente “risolvere”, eliminare il problema.
Terapie brevi, promesse di felicità in pasticche o tecniche in 8 somministrazioni.
E se non si è abbastanza veloci come indicato nel bugiardino? È colpa di qualcuno o di qualcosa.
Ma che cos’è il tempo?
Il tempo è innanzitutto convenzione socio-culturale, cioè che il ritmo tenuto e preteso deriva da una norma sociale dominante nel proprio contesto. Così che il tempo in Italia non è come il tempo in Thailandia.
E non solo, il tempo sociale è omologo ai mezzi che quella società utilizza, e oggi la tecnologia e il virtuale regnano sovrani, alla velocità del click. Tutto questo confligge con un altro tempo, che è il tempo soggettivo.
Il tempo soggettivo è un tempo interno, inconscio, che non segue la cronologia, scandisce dei battiti in modo singolare e unico.
La situazione diventa più problematica quando il tempo soggettivo rincorre il tempo sociale per adeguarvisi, cedendo sul proprio desiderio, cioè cedendo sulla propria singolarità.
Freud lo chiamava il disagio della civiltà.
Arriva fino al disagio di concedersi un proprio tempo per dire e ascoltarsi su quel malessere che affligge,
sul desiderio singolare che spinge.
È impossibile un tragitto di parola, di riconoscimento di come si é implicati nella propria sofferenza, senza darsi il tempo di una scansione, di un respiro, di una parola, di un volerne sapere qualcosa. È un passo dopo passo, nella propria direzione, non c’è altra via, è il prezzo da pagare per non tornare al punto di partenza. L’insopportabilità al tempo è una delle versioni del “non ne voglio sapere nulla” di ciò che riguarda me nella faccenda di cui parlo. Ma cosa succede quando non se ne vuole sapere nulla? Che si continua a rispondere all’ Altro sociale, familiare, e la distanza dalla verità singolare cresce a dismisura, nutrendo il sintomo.
Tempo per la lettura: 2 minuti
I lunedì dal mondo: velocità e urgenza
Potrebbe interessarti
24 Settembre 2024
Straniu*
In questo testo tratterò del nodo tra il corpo e l’estraneo in tre passaggi: l’attraversamento freudiano, la risposta del discorso contemporaneo, l’etica dell’analisi e...
9 Maggio 2024
Un bambino […] non parla?
[…] di ciò che si trova a fondamento della pratica con bambini fragili. Infatti, per chi è orientato dalla psicoanalisi lacaniana si tratta di tenere come bussola del lavoro proprio quelle tracce,
stimmate singolari che il bambino porta, e servirsene per aprire una pratica del buon
incontro…
30 Novembre 2023
Solitudine al femminile
La solitudine al femminile è effetto di quel vuoto strutturale di identificazione con cui ogni donna –una per una– arrangia –come una musica– il...