
“Quella situazione mi piaceva tanto perché era tutto così nuovo mai provato prima, però allo stesso tempo mi faceva stare male molto male. Uno strano miscuglio, in cui ero trascinata. Proprio per questo è stato molto difficile allontanarmi. Un inferno.”
Il punto nodale più tenace della sofferenza é quello strano/estraneo eppure così intimo miscuglio tra dispiacere e un’altra soddisfazione, che si conosce così bene, pur senza saperlo, da lasciarsi trascinare.
È quello che lo psicoanalista J. Lacan indica con il – godimento– :
” Il godimento è come la botte delle Danaidi, entrati nella quale non si sa più dove si va a finire. Si comincia con il solletico e si finisce arsi vivi dalla benzina”.
Nel mito, le Danaidi, per aver ucciso i loro mariti sotto giuramento a Danao, furono condannate da Zeus nell’Ade a riempire d’acqua una botte dal fondo bucato.
Il godimento è precisamente ciò che non è utile né benefico alla persona eppure ritorna incessante nella sua vita.